Tre gocce d'acqua di Valentina D'Urbano | Recensione




Autrice: Valentina D'Urbano

Titolo: Tre gocce d'acqua

Genere: Narrativa Contemporanea

Casa Editrice: Mondadori

Trama
 
Celeste e Nadir non sono fratelli, non sono nemmeno parenti, non hanno una goccia di sangue in comune, eppure sono i due punti estremi di un'equazione che li lega indissolubilmente. A tenerli uniti è Pietro, fratello dell'una da parte di padre e dell'altro da parte di madre. 
Pietro, più grande di loro di quasi dieci anni, si divide tra le due famiglie ed entrambi i fratellini stravedono per lui. Celeste è con lui quando cade per la prima volta e, con un innocuo saltello dallo scivolo, si frattura un piede. Pochi mesi dopo è la volta di due dita, e poi di un polso. A otto anni scopre così di avere una rara malattia genetica che rende le sue ossa fragili come vetro: un piccolo urto, uno spigolo, persino un abbraccio troppo stretto sono sufficienti a spezzarla. Ma a sconvolgere la sua infanzia sta per arrivare una seconda calamità: l'incontro con Nadir, il fratello di suo fratello, che finora per lei è stato solo un nome, uno sconosciuto. 
Nadir è brutto, ruvido, indomabile, ha durezze che sembrano fatte apposta per ferirla. Tra i due bambini si scatena una gelosia feroce, una gara selvaggia per conquistare l'amore del fratello, che preso com'è dai suoi studi e dalla politica riserva loro un affetto distratto. Celeste capisce subito che Nadir è una minaccia, ma non può immaginare che quell'ostilità, crescendo, si trasformerà in una strana forma di attrazione e dipendenza reciproca, un legame vischioso e inconfessabile che dominerà le loro vite per i venticinque anni successivi. E quando Pietro, il loro primo amore, l'asse attorno a cui le loro vite continuano a ruotare, parte per uno dei suoi viaggi in Siria e scompare, la precaria architettura del loro rapporto rischia di crollare una volta per tutte.


 
RECENSIONE

Cari lettori, 
eccomi con una nuova recensione: oggi voglio parlarvi della mia ultima lettura. Si tratta di un romanzo uscito nel 2021, lo ricordo in modo distinto perché già dalla trama mi aveva colpita. Non vedevo l'ora di leggerlo, ero davvero curiosa di iniziarlo perché prometteva benissimo. 
Mi riferisco a "Tre gocce d'acqua" di Valentina D'Urbano, edito Mondadori
È la storia di tre vite intrecciate che si snoda attraverso il racconto della protagonista Celeste. Ripercorre la sua infanzia, l'amore per il fratello maggiore Pietro e il rapporto burrascoso per Nadir
Lei e Nadir non sono niente. Ma si sentono ugualmente legati dall'amore per Pietro, dunque sono rivali e poi, crescendo, qualcosa che non si può definire. Fra alti e bassi, gli anni passano e loro cambiano. Cambia tutto tranne il loro legame. Erano loro tre e lo saranno ancora, finché un giorno Pietro decide di partire per la Siria e l'equilibrio già precario si spezza. Cosa succederà alle loro tre vite?

"Siete sempre stati ossessivi, tutti e tre. Tu, Pietro e questo maledetto rapporto inestricabile che vi legava. Sempre a ruotare uno intorno all’altro, a proteggervi a vicenda. Vi siete amati in un modo che … tu non sai quanto è stato difficile accettarlo. Accettare di essere non la seconda, addirittura la terza scelta. Prima veniva Pietro, poi tu, e solo dopo di voi venivo io.”

Parto con il dire che avevo sentito parlare benissimo di questo romanzo, dunque avevo aspettative altissime. Inoltre, è da almeno dieci anni che volevo leggere qualcosa di questa autrice. Ora, ci sono riuscita. (Meglio tardi che mai, no?) 
La scrittura di Valentina D'urbano è profonda, evocativa, riflessiva. Ho adorato svariati passaggi che ho trovato disarmante per bellezza e significato. Questo dettaglio è ciò che mi ha maggiormente colpito del suo stile, che pur trattando argomenti delicati riesce a mantenere un registro semplice e scorrevole, intrigante e coinvolgente
Attraverso le sue parole, descrive situazioni ed emozioni complesse. Inoltre, ho avuto la sensazione di essere lì, insieme a loro di tuffarmi nelle loro vite e osservare in silenzio gli avvenimenti. L'ambientazione è potente: è ambientato in Italia e non lo si capisce semplicemente dai luoghi citati, ma anche da una serie di abitudini, usanze e tradizioni italiane. La pasta che cuoce, la chiacchierata davanti a un caffè, le buste della spesa con i surgelati che iniziano a sciogliersi. Il libro è pregno di questi piccoli dettagli che ho notato e amato perché con la sua semplicità parlano di noi e della nostra realtà.

"Tre fratelli. La foto si chiamava così. Due fratelli e un rettangolo vuoto. Ingoiai amaro, capii che era vero. Mi aveva pensato, c’ero sempre stata. Tre fratelli. Lo spazio bianco che li divideva ero io."

I tre personaggi sono ben caratterizzati, anche se a parlare è Celeste. Una bambina bisognosa di attenzioni, capricciosa come lo sono tutti i bambini. Una ragazzina che cresce fra le difficoltà. Una donna insicura, ma anche caparbia e orgogliosa. Soffre di una malattia rara che colpisce le ossa e le rende fragili. Basta poco: una caduta, una stretta troppo forte, un movimento improvviso e lei potrebbe spezzarsi. Questo dettaglio me l'ha fatta amare, perché combatte per vivere una vita normale: è così testarda che prende la patente e va a vivere da sola, nonostante tutti i rischi. È sfuggente, solitaria, introversa. Per certi versi, ho odiato alcune sue decisioni. Ma non lei: Celeste si può solo apprezzare con tutte le sue fragilità. Le ossa si rompono, lei no. Si piega al dolore, sopporta in silenzio, sopravvive, ma non si spezza. 
Pietro è il fratello maggiore, dunque è protettivo, premuroso, attento, intelligente e brillante. Ha idee politiche precise, si informa sulla situazione in Medio Oriente, ha valori ben radicati e vuole fare la differenza in questo mondo. Il suo ruolo è di collante fra Celeste e Nadir. Loro due, senza di lui, sono niente. Con lui, sono come fratelli. 
Nadir ha una bellezza non comune: ha un occhio marrone e uno azzurro, è definito "brutto e ruvido". Ha un animo ribelle, creativo, libero
Queste tre personalità si fondono in un'ossessione che li tiene legati negli anni. La narrazione fra passato e presente ne definisce i contorni che a volte si perdono, a volte tornano definiti. Si appartengono e non esiste niente al mondo che possa scioglierli.

"La maggior parte delle persone vive la propria vita facendosi attraversare. Questo è l’unico modo che avevo per attraversarla, e spero capirai."

Ammetto di essermi fatta un'idea chiara di cosa sarei andata a leggere. Non so, forse avendo avuto così tanti anni prima di leggerlo, ci ho fantasticato troppo. Leggendo, mi sono accorta di trovarmi davanti a una storia diversa da come mi aspettavo
L'inizio è stato coinvolgente e intrigante: le parole mi hanno presa e trasportata nel romanzo. Andando avanti, verso la metà, mi sono chiesta se questo romanzo facesse per me. Non ero più così sicura: forse perché in alcuni punti c'è un po' di lentezza, che tuttavia non rallenta la lettura che resta fluida. È che mi sono ritrovata confusa fra le mie aspettative e ciò che, invece, stavo leggendo
A fugare ogni mio dubbio è arrivata la parte finale che mi è piaciuta tantissimo: mi ha travolta ed emozionata, mi sono anche commossa. Ho capito quanto mi sia piaciuto e quanto fosse profondo. Durante la lettura, mi sono sentita spesso smarrita o arrabbiata per le scelte dei protagonisti, ma alla fine è come se ogni tassello fosse andato al suo posto. Tutto aveva senso e il significato della storia è emerso ancora di più.

"Mi ero rotta all'esterno così tante volte che all'interno ero infrangibile. Mi consolata pensare di avere organi indistruttibili, un fegato di latta, un cuore di cemento e ghiaia circondato da ossa di vetro soffiato che non proteggevano niente. Non c'era niente da proteggere. Non mi sarebbe venuto da piangere nemmeno a sforzarmi, ero secca, arida, desertificata."

Le tematiche trattate sono innumerevoli e tutte delicate. 
Si parla della malattia di Celeste, del rapporto fra fratelli, di una famiglia anticonvenzionale, di ossessione. Celeste e Nadir sono entrambi legati da un amore profondo per il fratello e se ne fanno un'ossessione, diventando rivali. Lei sarà sempre legata al fratello, tanto da vivere una vita a metà. Lui fingerà di vivere intensamente, in realtà avrà sempre in mente loro tre. 
Si parla anche di guerra e della difficile situazione in Siria, della difficoltà ad accettare la partenza di un caro, della paura di perderlo, della differenza abissale di cosa succede in Italia e cosa succede altrove. Essere nati nella parte giusta del mondo è fortuna. Pietro lo sa bene e lo farà capire anche alla sua famiglia. Ho colto tanti messaggi importanti in questa lettura, fra cui che non bisogna lasciarsi attraversare dalla vita, ma bisogna avere il coraggio di attraversarla. Che l'amore ha mille sfumature e che spesso non si possono etichettare con giusto o sbagliato. Che una persona capace di amare e battersi per gli altri è e resterà immortale.

"Tu hai già capito, puoi anche non ammetterlo. Questa è una cosa nostra. Nessun altro può mettersi nei nostri panni. È la nostra storia, è una faccenda tra noi tre."

Di questa lettura ciò che mi ha colpito maggiormente, come accennato, è lo stile dell'autrice. Una volta che ho terminato il romanzo mi sono sentita ancora in balia dei suoi messaggi profondi. È riuscito ad arricchirmi, raccontando una storia originale e autentica. Di una cosa sono certa: non leggerò mai un libro come questo. È cosi unico che è irripetibile
Questo romanzo mi è piaciuto, sia per com'è scritto sia per i messaggi che fa trasparire. 
Ci sono solo un paio di pecche secondo me. La prima è che la trama, a mio parere, racconta troppo. Ciò significa che quando il lettore inizia a leggete sa già gran parte delle cose. Ed è un peccato perché sono una fan numero uno delle trama brevi e concentrate. Pur essendo un romanzo di narrativa, avrei preferito scoprire determinati risvolti all'interno del romanzo e non in quarta copertina. 
La seconda pecca è correlata: proprio perché mi è stato fin da subito chiara la soluzione, mi aspettavo che venisse raccontato molto di più. Quindi leggevo in trepidante attesa di sapere qualcosa di nuovo, qualcosa che ancora non conoscevo. Invece per gran parte del tempo non è successo. Come dicevo, per fortuna il finale ha riscattato questa lettura, che altrimenti non sarei riuscita ad apprezzare completamente. Inoltre, per gusto personale, certe scelte o certe motivazioni mi sono apparse sfuggenti, avrei voluto scavare più a fondo e trovare il perché di questa ossessione. 
Questi dettagli non è che non mi siano piaciuti, semplicemente non mi hanno convinta del tutto. Ciò non toglie che si tratta di una lettura bella e profonda.

"«Siamo di nuovo noi tre?» Mi rassegnai a quella galera, a quell’ergastolo. «Siamo di nuovo noi tre.»"

"Tre gocce d'acqua" è un romanzo profondo, crudo, realistico, capace di descrivere con profondità dinamiche ed emozioni complesse
La scrittura di Valentina D'urbano è la chicca di questo romanzo. Leggerò sicuramente altro di suo perché è riuscita a incuriosirmi. Intanto, consiglio questo romanzo a chiunque voglia una lettura profonda, a tratti commovente. Sono certa che in questo libro troverete ciò che state cercando. 
Vi auguro buona lettura!

"In questa vita niente e nessuno ci appartiene davvero, e arriva il momento in cui ognuno di noi deve restituire qualcosa al mondo."

 


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