La scelta di Josefine di Doug Gold | Recensione


Buon dì lettori!
Nel giorno della memoria, vi parlo di una lettura a tema, La scelta di Josefine di Doug Gold edito Newton Compton editori. Un amore sbocciato anche quando non avrebbe dovuto, ma l'amore non è così? Arriva senza avvisare e sconvolge la vita!


Autore: Doug Gold

Titolo: La scelta di Josefine

Casa editrice: Newton Compton Editori

Genere: Narrativa

Trama: Un'incredibile storia vera in cui l'amore sopravvive all'orrore della guerra
Dopo l’arresto e la tortura dei fratelli da parte dei nazisti, Josefine Lobnik decide di unirsi ai partigiani e combattere per la liberazione della Slovenia. Se questo significa aiutare gli inglesi e gli Alleati, è ben felice di dare il suo contributo. Quando assiste all’esecuzione sommaria di venti innocenti nella piazza della città di Maribor, Josefine teme che la stessa sorte possa essere toccata anche a uno dei suoi fratelli, di cui non ha più notizie. E così prende una decisione coraggiosa: avvicinarsi al campo di lavoro per chiedere notizie a un prigioniero. Quando lo portano al campo Stalag XVIII-D, vicino a Maribor, Bruce Murray promette a sé stesso che farà tutto il possibile per sabotare i tedeschi e scappare. Mentre passeggia lungo la recinzione, una domenica mattina, una giovane donna gli consegna un biglietto. È l’inizio di un grande amore, nato nell’ora più buia della storia europea, e destinato a durare per sempre. 



Copia omaggio gentilmente fornita da Newton Compton Editori in cambio di una recensione onesta

RECENSIONE

«Cos’è successo?»
«Hanno ammazzato venti persone su Glavni trg», raccontò Josefine con voce strozzata. «Venti persone. Gli hanno sparato… così, a bruciapelo».


Come ogni anno, in questo periodo, mi concedo una lettura riguardante l'olocausto e La scelta di Josefine è sicuramente uno dei libri più complicati a cui mi sono approcciata negli ultimi giorni.
Non solo perché tratta un tema molto sentito e molto particolare, ma anche per il suo stile che non risulta tanto scorrevole, anzi lascia che il lettore percepisca ogni piccola sfumatura data dalle scene e vicende che va ad affrontare e questa particolarità non è per forza un difetto, ci tengo a precisarlo. Questa di Bruce e Josefine è una storia che sicuramente ha del romanzato per far sì che il racconto segua una certa piega, ma sono rimasta sorprendentemente colpita dalla veridicità dei racconti e da come l'autore si sia attenuto ai fatti realmente accaduti perché, per chi non lo sapesse, Bruce e Josefine non sono dei personaggi di finzione, ma sono realmente esistiti e hanno veramente vissuto quegli anni infernali.

«Sei caduta mentre scappavi. Ti sei fatta male?».
Lei storse la bocca. «Sì, al ginocchio. Ha continuato a farmi male per qualche settimana, è per questo che non sono più tornata. Avevo mandato un’amica, ma è scappata appena ha visto le guardie».
«Speravo che tornassi», disse Bruce. «Mi sono preoccupato quando non ti ho più vista».


Bruce Murray è un soldato di origini neozelandesi che affronterà diversi viaggi e prigionie fino ad arrivare allo Stalag XVIII-D di Maribor. E sarà qui che per la prima volta incrocerà la strada di Josefine Lobnik che, attraverso una rete di filo spinato e stando attenta a non farsi beccare da qualche guardia tedesca che le sparerebbe a vista, lascia nella mano di Bruce un bigliettino - scritto in tedesco - per sapere notizie di Polde, suo fratello maggiore scomparso da un po'.
Josephine è una contadina slovena che si è unita ai partigiani per contrastare il nazismo, quindi è abituata a camuffarsi e ad affrontare missioni pericolose. Bruce, dopo aver aspettato invano ogni domenica il ritorno di Josephine, troverà il modo di fare arrivare alla giovane Lobnik un messaggio, ma i due non si rincontreranno per molti mesi fino a quando Bruce si ritroverà a lavorare sotto sorveglianza alla fattoria dei cugini di Josephine dove lei si è rifugiata in cerca di protezione, dopo un tradimento subito da un'amica. Purtroppo non è ancora arrivato il loro momento e Bruce e Josefine saranno costretti a dividersi di nuovo, ma nessuno dei due dimenticherà l'altro e continueranno a scriversi. Volere è potere, ma con un destino così avverso nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo su questa storia d'amore e invece...

«Non sarà per sempre», le assicurò Bruce, accarezzandole i capelli. «E ti giuro che se resto tutto intero tornerò da te».
«Sono disposta ad aspettarti per tutta la vita».
«Non dovrai aspettare così a lungo. Immaginatelo: io e te soli, insieme, dopo la guerra».
Josefine restò in silenzio per alcuni altri lunghi istanti. «Sembra troppo bello per essere vero».


Non è stato semplice leggere alcuni passi che esprimono con scene vivide le violenze che i nazisti infliggevano a chi non ritenevano alla loro altezza. Mi sono ritrovata più volte a fermarmi e a pensare a come si vivesse in quegli anni, sempre in apprensione e con la paura di non arrivare al giorno seguente. La potenza dell'amore di Bruce e Josefine che nonostante la guerra, la fame e la morte di quel periodo non è paragonabile a molte cose, ma c'è una similitudine alla quale non riesco a smettere di pensare: quella del bucaneve. Questo fiore nasce nella neve e trova la volontà di bucarla per farsi spazio e far ammirare tutta la sua bellezza. Fiorisce d'inverno quando gli altri boccioli non ne hanno la forza e non è un'impresa facile per lui così come non lo è per Bruce e Josefine riuscire a ricongiungersi e stare insieme negli anni '40. La loro storia mi ha inumidito gli occhi perché è bella, sincera, pura e sboccia in un periodo in cui dare fiducia all'umanità è praticamente impossibile e poi perché dona un grande messaggio di speranza.
Ancora una volta, l'amore vero non conosce confini e può essere in grado di trionfare su tutto, nessuno potrà fermare due anime gemelle destinate a stare insieme, mai!



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