Tu uccidi di Aristide Bergamasco | Recensione


Titolo: Tu uccidi
Autrice:
Aristide Bergamasco
Serie:
Ombre #5
Genere:
Thriller
Casa Editrice:
Golem Edizioni

Trama

Daniele Carrai è un brillante ed affermato psicologo psicoterapeuta che in passato è stato giudicato fautore di teorie psicologiche di condizionamento mentale troppo spregiudicate.
Ora però la polizia ha bisogno di lui per cercare di venire a capo di una serie di omicidi/suicidi che sta sconvolgendo Padova nel periodo natalizio. Insieme all’ispettore Caterina Falcona inizia a cercare sia la spiegazione sia il responsabile della tragica follia omicida ma, nel fare questo, presto cominciano a evidenziarsi tensioni anche all’interno delle forze dell'ordine e anche i rapporti professionali tra i protagonisti vanno modificandosi perché non tutto, anzi quasi nulla, è come sembra.
Chi sarà il perfido burattinaio?




Copia omaggio gentilmente fornita da Golem Edizioni in cambio di una recensione onesta

RECENSIONE

Avete presente quando qualcosa vi lascia letteralmente senza parole?
Ecco, è ciò che mi è successo leggendo Tu uccidi di Aristide Bergamasco, edito Golem Edizioni.
Ho finito da diverse ore questo thriller, ma ancora fatico a riassumere l'esperienza che ho vissuto leggendolo, perché quando le emozioni sono forti, le parole non sembrano mai abbastanza giuste.
Daniele Carrai è un affermato psicologo psicoterapeuta, che non solo aiuta i suoi pazienti, ma ha studiato delle tecniche innovative di condizionamento mentale. È proprio la persona giusta per affiancare le ricerche delle forze dell'ordine mentre la città di Padova viene turbata da una serie di spietati omicidi. Le dinamiche si ripetono: sul luogo del delitto vengono ritrovati il corpo della vittima e quello del carnefice, che dopo aver compiuto l'omicidio si suicida a sua volta.
Le duplici morti sono sempre accompagnate da una violenza inaudita, segni inquietanti e scenari raccapriccianti.
Kate, l'ispettore a carico delle indagini, ha bisogno dell'aiuto di Carrai per scoprire chi è cosa si nasconde dietro ai ritrovamenti sconvolgenti. Tra i due nasce un'ottima collaborazione, oltre che un'inaspettata passione che li costringerà a fare i conti con i loro sentimenti.
Il tempo stringe, le morti raddoppiano e una crudele Bestia compie una giustizia inspiegabile. Kate e Carrai dovranno far correre la mente più veloce dell'artefice prima che sia troppo tardi.
 
Si gira verso di me, appoggia la testa sul mio petto. I suoi capelli ricoprono il petto e la spalla come un lenzuolo nero, nero come l’oscurità che ci abbraccia.


Ho letto questo libro velocemente; le pagine volano grazie ad uno stile fluido e coinvolgente. I dialoghi sono briosi, le descrizioni sono minuziose ma concise, proprio come piacciono a me. Ci sono parti più tecniche in cui vengono spiegati i condizionamenti mentali; ho amato questi approfondimenti perché, oltre ad essere interessanti, sono una parte fondamentale per capire cosa succede.
La narrazione è principalmente in prima persona e mostra il punto di vista di Carrai. Lui è il protagonista indiscusso: un uomo intelligente, profondo, talvolta insicuro. La sua personalità è ben diversa rispetto a quella di Kate, che appare decisamente più coraggiosa, impulsiva, forte, tenace.
Il contrasto che si crea tra i due è originale: ho apprezzato che la figura femminile fosse predominante.
L'unica nota che mi sento di evidenziare è la presenza di scene crude e non adatte agli stomaci più deboli
. Se non siete particolarmente sensibili, accetterete di buon grado la brutalità di certe descrizioni, necessarie per meglio comprendere i delitti. 

Mi dispiace ho cercato di fermare la bestia dentro di me ma non ci sono riuscito.

 
La storia è avvincente e travolgente; fin dalle prime pagine mi sono sentita risucchiata dal vortice di eventi che si succedono rapidamente. Il ritmo è incalzante e non lascia il tempo di abituarsi a niente. Gli omicidi-suicidi aumentano e trasmettono un mix di adrenalina e curiosità. Non vedevo l'ora di scoprire cosa sarebbe successo, ma al tempo stesso avrei voluto che la lettura durasse il più possibile.
L'inizio è carico di aspettative, lo svolgimento è un agglomerato di colpi di scena e il finale è un vero pugno allo stomaco. Spiazza, turba, sconvolge. A fine partita, le carte vengono improvvisamente scoperte attraverso una verità inaspettata.
Si parla di manipolazione mentale, di fragilità umane e del lato oscuro che si cela nella psiche umana. In realtà, questi discorsi fanno riflettere su quanto al giorno d'oggi sia diffuso il condizionamento psicologico: siamo costantemente bombardati da pubblicità, modelli da seguire, mode di cui appropriarci, bisogni inconsistenti da soddisfare. L'essere umano contemporaneo è spinto a non essere mai felice di ciò che possiede, affinché possa ricevere sempre nuovi stimoli. Ho colto un invito alla riflessione sulla nostra condizione attuale: lo scrittore spinge i lettori a pensare a quando e quanto siamo stati manipolati e a mettere in dubbio i nostri desideri reali. Il libro stesso diventa un mezzo di condizionamento ed è questa la chicca del romanzo che mi ha maggiormente colpita.

 
Posso sentire i suoi passi sulle scale, le sue urla. So bene che la porta, anche se barricata, potrà resistere solo per pochi minuti, ed è tutto il tempo che mi rimane, che ci rimane.
 
Ansia, curiosità, inquietudine, adrenalina: queste sono solo alcune delle sensazioni che ho provato nel corso della lettura. Tu uccidi è profondamente psicologico, condito da una buona dose di suspense e di colpi di scena. È un thriller oscuro, profondo, enigmatico, che indaga e testa la psiche umana.
Mi è piaciuto moltissimo, perché è perfetto in ogni sua componente, ma soprattutto mi ha fatto dubitare di tutto e tutti, compresa me stessa. È una lettura capace di arrivare alla mente di chi legge e di sconvolgerla. Questo è uno di quei libri che rimangono impressi nella memoria.
Lo consiglio a tutti gli amanti del thriller psicologico; non vi pentirete di essere entrati nel mirino della Bestia.

Se riesci a leggere queste parole, vuol dire che sono riuscito a pubblicare il mio diario, forse non tutto è perduto. Io sì, ma forse c’è ancora una speranza.

 

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