After her di Naike Ror | Recensione




Autrice: Naike Ror
Titolo: After Her
Genere: Sport romance / Hate to love/ First love/ Second chance
Casa editrice: Self Publishing

Trama

Beau Backer Junior, per i tifosi Sweet B, non è lo stereotipato campione NFL che ci si aspetterebbe di incontrare; introverso, metà francese e con la passione per il pianoforte, è completamente concentrato sul lavoro. Trascorre le giornate altalenandosi tra gli allenamenti, lo studio degli avversari e la prova degli schemi d’attacco, e non ammette alcuna eccezione nella propria ferrea routine. La dedizione al football lo ha portato a vincere trofei, ad abbattere record e a essere riconosciuto come il miglior wide receiver degli ultimi dieci anni. C’è però un ultimo traguardo che Beau vuole raggiungere: vincere un Super Bowl vestendo la maglia dei Baltimora Ravens, la squadra della sua città natale. 
 Penny Lewis è la tifosa numero uno dei Baltimora Ravens. Conosce le statistiche, segue le partite, è cresciuta in una famiglia che considera il football una religione e sopra il suo letto campeggia ancora la maglietta incorniciata di Joe Flacco. Sa che la fortuna l’ha baciata quando è riuscita ad avere un posto come aiuto-stilista nell’agenzia di moda che cura gli outfit della sua squadra del cuore. Ed è quindi dagli spogliatoi dei Ravens che si prepara a godersi una nuova stagione sportiva e una nuova avventura lavorativa quando i vertici della società annunciano un nuovo acquisto. Però poi, tutto a un tratto, Penny torna ad avere tredici anni e a ricordare cosa significhi soffrire per amore, perché è Beau Backer Junior il giocatore appena tornato in città, anche se del ragazzino timido che le ha regalato il suo primo bacio mentre le stringeva la mano non è rimasto proprio niente.

Copia omaggio gentilmente fornita dall'autrice in cambio di una recensione onesta

RECENSIONE

Good morning readers, 
oggi grande giorno per una grande e tanto attesa uscita. Per concludere l’anno in bellezza, con “After her” Naike Ror ci riporta negli spogliatoi più chiassosi e chic di Baltimora.
Nelle vene di Penelope Lewis scorre il sangue dei Ravens: il football non è solo uno sport, ma una religione, una ragione di vita. Ecco perché, dopo anni di studio e sacrifici, si sente la ragazza più fortunata del mondo a lavorare nel team di stilisti che cura gli outfit dei giocatori della sua squadra del cuore. Il Super Bowl è alle porte, e l’asso della manica dei Ravens risiede nel loro ultimo acquisto di natura francese. Beau Backer Junior è il wide-Receiver più forte dell’NFL, colui che porterà i Ravens alla vittoria, ma anche il ragazzino che tanti anni fa ha spezzato il cuore di Penelope. Costretta a trascorrere molto tempo con lui, Penny farà di tutto per mascherare le sue sensazioni contrastanti di fronte a chi un tempo era il suo migliore amico e che adesso è semplicemente un completo estraneo.

«L’unica cosa a cui devo fare attenzione sono i difensori dei Lions e a te con un ago a pochi centimetri dal mio collo.» «Figurati, hanno la difesa peggiore del campionato. E se volessi ucciderti userei un’arma contundente più letale di un ago.»


Beau è un personaggio che ho amato, anche se a tratti, devo ammettere, l’avrei preso a calci nel sedere. Taciturno, riservato, razionale, le sue risposte a monosillabi sono state la causa dei miei crampi allo stomaco, eppure è stata anche la caratteristica che me l’ha fatto amare: Beau non ha bisogno di parlare a vanvera e puntare sui monologhi, basta uno sguardo, un gesto, una parola e tutta la sua essenza esce fuori. Un ragazzo difficile da capire, che fatica a farsi capire: il suo silenzio rispecchia la sua vita, accerchiato dalla solitudine, si porta alle spalle il peso di aver affrontato tutto da solo, e il non avere una famiglia solida alle spalle ha contribuito a renderlo un ragazzo che al caos preferisce la pace. L’unico caos che ama è quello che gli smuove il football, anche si rivela un giocatore atipico, dove il gioco di squadra resta confinato nel campo e al di fuori scompare del tutto. Ci sono stati dei momenti in cui di fronte la sua fragilità avrei voluto abbracciarlo, altri dove la sua rabbia e il rancore vengono fuori gridando aiuto e il silenzio è rotto dall’arroganza. Quel tipo di arroganza e quelle risposte a colpi di mitraglietta sono un meccanismo di difesa che lo aiutano a proteggerlo: odia i legami, non sa cosa significa stabilità né futuro. Inciampa nei suoi errori, non capisce subito quando sbaglia, non ci arriva, e ha bisogno di qualcuno che glielo spiattelli in faccia senza timore. In più preparatevi ai momenti spicy dato che in questo romanzo la Ror ha alzato di gran lunga l’asticella: questo ragazzo taciturno nasconde un lato animalesco e brusco che renderà le vostre ginocchia un succulento ghiacciolo sciolto al sole.

Penelope Lewis aveva il potere di disarmarmi nel più contorto dei modi. Amavo prepararmi a una guerra contro di lei, ma amavo di più il fatto di arrendermi e farla vincere.


Abbiamo conosciuto Penny in "After Him", e già lì era ben evidente quanto il suo carattere fosse ben diverso da Prudence. Avventata, permalosa, ribelle, orgogliosa, una che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e che quando si sente minacciata, caccia il peggio di sé. Mi sono ritrovata a condividere con questo personaggio lo stesso desiderio e scopo nella vita: la ricerca dell’indipendenza. L’essere testarda, il non voler ricevere aiuto esterno, tutte caratteristiche che mi rispecchiano. Penny non vuole essere vittima di una società maschilista, e cerca in tutto i modi di sfondare con il suo talento. Mi piace come si approccia al suo lavoro, con grande serietà. Lei è professionale, precisa, sempre sul pezzo. Anche lei, come Beau, si difende con una corazza di indifferenza e presunzione. Penny è rimasta scottata dal passato, e ha bisogno di difendere il suo cuore perché Beau è l’unico e solo che ha la capacità di spezzarglielo per la seconda volta. Infatti, nonostante innumerevoli tentativi, di fronte al suo ex amico cade nel tranello dell’amore e, come le sue cugine affermano, si rivela essere proprio “una di quelle”: masochista, innamorata del ragazzo sfuggente, difficile e stronzo, che in qualsiasi circostanza non ha paura di attaccare tranne quando si trova di fronte quegli occhi celesti e le basta poco cadere nelle sue braccia. Con questo non voglio dire che sia una “sottona”, bensì che anche la donna più forte e risoluta diventa gelatina di fronte all’uomo che ama.

«Stringo a me poche certezze, e il fatto che tu mi piaccia sarà sempre una di queste. Trovo eccitante lottare, discutere, mi piace persino vederti andare via, ma solo se ho la possibilità di vederti tornare. Voglio avere la possibilità di baciarti senza rischiare di ritrovarmi con un occhio nero e voglio uscire ancora con te. È fattibile se sai tutte queste cose?»


Non c’è niente da fare, Naike Ror è decisamente la regina dei dialoghi: i botta e risposta che riesce ogni volta a creare sono esilaranti, e anche stavolta non è stata da meno. Mi sono piaciuti da morire i loro battibecchi, i momenti riconciliatori dove i ricordi del passato riaffiorano e, infine, quelli più ammiccanti, nei quali la temperatura si alza di botto. Entrambi sanno tenersi testa a vicenda, nessuno dei due cede e nelle loro piccole battaglie il vantaggio oscilla di continuo senza una tregua. Non fanno che dichiararsi odio ma il loro corpo, i loro sguardi e le reazioni involontarie dimostrano un legame che esiste da sempre e che non è mai svanito. Entrambi hanno paura di rischiare, di restarci secchi, e questa paura la si evince quando si urlano in faccia le cose peggiori pur di non mettere a nudo le loro vulnerabilità. 
Devo dire che i protagonisti maschili di questi due libri sono stati molto sorprendenti perché hanno dimostrato essere diversi da ciò che si aspetta. Da uno come Hardy, chiacchierone, spavaldo, senza peli sulla lingua non ti aspetti una dolcezza infinita; da uno come Beau silenzioso e sempre sulle sue ti sorprende un carattere burrascoso e difficile da gestire. Ho notato questo intreccio e parallelismo tra i due che si sono distinti perfettamente nelle loro storie e mi è piaciuto parecchio.

Stavo per fare un salto nel vuoto; avevo davanti a me l’unico che era stato in grado di farmi soffrire ma, invece di scappare, gli stavo offrendo il mio cuore.


L’elemento dello sport è presente ma non troppo, la storia si concentra molto sul rapporto dei protagonisti e sulle faccende personali che li vede coinvolti. Ho amato i personaggi secondari: impossibile non menzionare il fantastico ‘O, il simpatico e inaspettatamente saggio Lamar, e la mia preferita, Kelly, che è riuscita a emozionarmi. La scrittura è molto semplice, pulita, precisa, lineare, ritmo scorrevolissimo, la storia ti risucchia e ogni fine capitolo non vedi l’ora di scoprire cosa succederà. Il pOv alternato permette al lettore di entrare in empatia con i protagonisti; inoltre i capitoli ambientati nel passato sono stati delucidanti in quanto senza di essi non avremmo mai capito quanto quegli avvenimenti avessero influenzato il rapporto di Penny e Beau. Credo che Naike Ror si confermi una delle scrittrici italiane romance più versatili del momento, ma credo anche che il trope Hate to love sia il suo cavallo di battaglia con il suo tocco ironico e diretto, riconoscibile e unico.


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