La libraia di Auschwitz di Dita Kraus | Recensione



Autrice: Dita Kraus
Titolo: La libraia di Auschwitz
Casa editrice: Newton Compton Editori
Genere: Narrativa storica

Trama

A soli tredici anni Dita viene deportata ad Auschwitz insieme alla madre e rinchiusa nel settore denominato Campo per famiglie (tenuto in piedi dalle SS per dimostrare al resto del mondo che quello non fosse un campo di sterminio): quello che conteneva il Blocco 31, supervisionato dal famigerato "Angelo della morte", il dottor Mengele. Qui Dita accetta di prendersi cura di alcuni libri contrabbandati dai prigionieri. Si tratta di un incarico pericoloso, perché gli aguzzini delle SS non esiterebbero a punirla duramente, una volta scoperta. Dita descrive con parole di una straordinaria forza e senza mezzi termini le condizioni dei campi di concentramento, i soprusi, la paura e le prevaricazioni a cui erano sottoposti tutti i giorni gli internati. Racconta di come decise di diventare la custode di pochi preziosissimi libri: uno straordinario simbolo di speranza, nel momento più buio dell'umanità. Bellissime e commoventi, infine, le pagine sulla liberazione dei campi e del suo incontro casuale con Otto B Kraus, divenuto suo marito dopo la guerra. Parte della storia di Dita è stata raccontata in forma romanzata nel bestseller internazionale "La biblioteca più piccola del mondo", di Antonio Iturbe, ma finalmente possiamo conoscerla per intero, dalla sua vera voce. La vera storia di Dita Kraus, la giovanissima bibliotecaria di Auschwitz, diventata un simbolo della ribellione, finalmente raccontata da lei stessa.

Copia omaggio gentilmente fornita da Newton Compton Editori in cambio di una recensione onesta

RECENSIONE

Ogni anno, come un rituale, quando arriva la giornata della memoria, amo immergermi in una lettura a tema per poter capire meglio quei tempi e poter leggere delle storie vere che raccontano i fatti accaduti, seppur in modo un po' romanzato. In questi giorni la mia scelta è ricaduta su La libraia di Auschwitz di Dita Kraus, edito dalla Newton Compton Editori.
Purtroppo non ho molto da dirvi su questo romanzo, perché la lettura non ha sortito il risultato che speravo. Sono rimasta tremendamente delusa nel constatare che quest'opera, in realtà, anche se raccontata a distanza di anni dall'autrice stessa che ne è la protagonista, sembra una sorta di diario di bordo dove Dita ci racconta la sua vita dalla sua infanzia in avanti. 
Lo stile è impersonale, non mi ha coinvolto nei racconti, cosa stranissima perché io amo quell'epoca e anche semplici usanze dei paesi diversi dal nostro mi affascinano. Ho provato zero partecipazione e andare avanti con le pagine è stato molto difficile. Mi è capitato di leggere altri libri sullo stesso genere e ritrovarmi a piangere durante la lettura, talmente la veridicità e il trasporto dei fatti narrati; a malincuore, con questo romanzo non è accaduto
Tengo a precisare che non è assolutamente mia intenzione sminuire la vita dell'autrice/protagonista, anzi provo un rispetto reverenziale per lei che è una delle sopravvissute a quello scempio ma, semplicemente la narrazione non mi ha presa. Ovviamente, ogni lettore ha dei gusti diversi e del tutto soggettivi, quindi prendete la mia opinione con le pinze. Che ne dite di dare comunque un'occhiata a questo romanzo per farvi una vostra idea? Aspetto i vostri pareri!


Nessun commento