The Aristocrats di Daria Torresan & Brunilda Begaj | Review Party



Autrice: Daria Torresan & Brunilda Begaj
Titolo: The Aristocrats 
Casa editrice: Self Publishing
Genere: Mafia Romance 

Trama

Ricchi, potenti e di una bellezza quasi eterea, i fratelli Doko sono “I signori dell’est-Europa”. Arroganti, pericolosi e disonesti fino al midollo, non provano pietà,
non rispettano le regole e l’unica legge che conoscono è la loro. 
La sola parola che conta è la loro.
Tutti li temono, tutti chinano il capo al loro cospetto.
Tranne le sorelle Norik, discendenti dirette della donna più autorevole e rispettata nell’Europa orientale, nonostante il passato per nulla glorioso.
Il loro cognome è sinonimo di potere e protezione.
Per loro la legge è al di sopra di tutto, non giocano sporco, non ne hanno bisogno.
Ma il loro rispetto va guadagnato e i Doko l’hanno perduto da tempo. 
C’è un confine invalicabile tra le terre degli uni e delle altre.
Due famiglie, due imperi in lotta da sempre per la supremazia.
Ma la loro battaglia rischia di portare alla luce troppi segreti.
Quanto a lungo possono i protagonisti di questa faida farsi carico dell’antico odio che li separa? Quanto, prima che gli istinti carnali sfocino in una passione travolgente?  Perché davanti a un sentimento come l’amore, il cognome che porti non conta nulla. 

* ATTENZIONE * 
Il romanzo contiene scene di sesso esplicite.
Se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole.



Recensione

La trappola dell’odio, è che ci lega troppo strettamente all’avversario - Milan Kundera

La prima cosa che mi ha attirata di questo libro è stata la cover.
Quelle mani piene di tatuaggi poggiate su un bastone trasmettono timore e potere. Ed è proprio questo che la casata dei Doko provoca in tutti quelli che hanno un legame con loro, professionale o non. Rozaf Doko ha in mano i traffici dell'Europa Orientale e fa parte dell'Alleanza, una delle più grandi organizzazioni mafiose composta gli uomini d'onore più potenti d'Europa. A gestire, per lui e con lui, il suo impero fatto di armi, droga e prostituzione, ci sono i suoi figli: Rezart, Roel e Ramil. I Doko sono conosciuti come mostri senza cuore e disposti a tutto pur di arricchire le proprie tasche; chi osa sfidarli, semplicemente va incontro alla morte. L'unica donna che riesce a tener testa a Rozaf Doko, e che anche dopo anni di guerra fredda detiene la sua stima, è Kendra Norik.

Mia madre ha rappresentato per i Signori dell'Est un fastidioso sassolino nella scarpa fin dall'inizio. Del resto, chi china il capo verso di lei, a loro concede la schiena. 


Kendra Norik è conosciuta in Albania come la protettrice delle puttane. Per quanto questo appellativo possa essere spregevole nella nostra società, Kendra è una donna che ha assaporato la povertà e comprende il valore del sacrificio ma soprattutto il libero arbitrio. Rimasta sola, con una bambina da accudire, Kendra ha deciso di vendere il suo corpo pur di poter portare qualcosa in tavola per la piccola Keleste. Quando sul suo cammino ha incontrato un uomo bellissimo, ricco e amorevole, pensava che tutto sarebbe andato bene ma non tutto ciò che luccica può definirsi oro e Kendra lo scoprirà sulla propria pelle. Dopo l'ennesima delusione, un altro amore liquido e tante occasioni sfumate, Kendra si ritroverà con altre due bambine, Kristel e Klesia, alle quali dover garantire un futuro. Sarà così che formerà un impero, creando un paradiso per gli uomini e un luogo di rifugio per le giovani donne che come lei hanno deciso di vendere il proprio corpo per il Dio Denaro. Kendra permetterà loro di seguire la propria strada, garantendo protezione e sicurezza, quella che a lei nessuno ha concesso. 

Due famiglie
Due regni
Il territorio degli uni non è mai stato calpestato dalle suole degli altri
Tre figli, loro
Tre figlie, noi
Tutti cresciuti con un'unica regola:

FARSI LA GUERRA

«Se avessi saputo chi eri, non ti avrei toccata.»
«Se avessi saputo chi eri, non mi sarei lasciata toccare.»



L'unica ad essersi salvata da questo inevitabile destino è la figlia più piccola di Kendra, Kleisa Norik. Quest'ultima ha vissuto la maggior parte della sua vita lontana chilometri da casa, soffrendo per la mancanza della propria famiglia. Kendra ha fatto di tutto per tenere lontana la sua bambina da quel mondo fatto di perdizione; eppure, questo non ha impedito a Klesia di diventare una donna forte, audace e determinata, oltre ad aver ereditato la bellezza da sua madre. Quando Klesia tornerà a casa per una vacanza, basterà una disobbedienza all'unica regola imposta dalla sua famiglia per far capitolare la situazione e alimentare la faida tra le due casate. Il personaggio di Klesia è stato molto centrale all'inizio del libro perché sarà lei a dare il via ad una serie di eventi che porteranno la famiglia Norik a scontrarsi con i Doko. Ho apprezzato molto il cambiamento che il suo personaggio ha subito durante il corso della storia. Klesia è passata dall'essere un'adolescente frustrata e arrabbiata con sua madre per averla abbandonata ad essere una donna consapevole e comprensiva, razionale e giudiziosa. 


«Ciao, ragazza.»
«Ciao, ragazzo.»


Keleste è la figlia grande della casata Norik. Con il suo metro e ottanta, la carnagione chiara e i lungi capelli dorati, Keleste potrebbe benissimo essere definita un'opera d'arte, grazie alla sua pelle coperta da intricati tatuaggi. E' anche l'unica con la quale Klesia abbia mantenuto un rapporto stretto. Poche sono le regole che sua sorella minore dovrà seguire durante il suo soggiorno in Albania, una tra le più importanti: stare alla larga dai Doko e dai loro affari. Ma sua sorella minore non è a conoscenza di molte cose e la sua ingenuità la spingerà tra le fauci del lupo. Sarà compito di Keleste mettere a posto le cose con il nemico e la famiglia Norik si ritroverà a dover scendere a patti con i Doko. Il suo personaggio mi ha stregata sin dall'inizio e penso che sia la mia preferita tra le protagoniste femminili. Keleste ha un'animo buono ma soprattutto sa riconoscere una persona meritevole anche quando si tratta dei propri nemici. E' una donna forte e guerriera, determinata e arrendevole. Non ha paura di affrontare i sentimenti che nutre ed è disposta a tutto pur di realizzare i propri sogni. 

«Non so per quanto ancora sarò disposto a correre ogni volta che chiamerai.
Il gioco è bello finché diverte. Quando fa male non è più un gioco.»


Kristel Norik è forse la più fredda ed equilibrata tra le sorelle, nonché il legale di famiglia. Con i suoi occhi grigi impenetrabili, Kristel è dedita alla giustizia e nutre per i Doko un profondo odio derivante dalla loro mancanza di etica e di morale. Fare la guerra ai Doko non le è mai pesato ma sapere una delle sue sorelle nelle grinfie di questi ultimi, la porterà sull'orlo del risentimento nei confronti di Klesia. Kristel è molto pragmatica e razionale quando si parla della propria famiglia. Ciò non toglie che, sotto strati di glaciale indifferenza, si nasconda una leonessa pronta a tutto pur di difendere le persone che ama, a costo della sua vita. Devo dire che la sua ostilità, la sua lealtà e la sua onestà, mi hanno colpita, sebbene alla fine la ritenessi troppo robotica. Pian piano, durante la storia, Kristel si spoglierà per mettere a nudo la sua persona e sarà un vero spettacolo vederla cedere.

La vita è come gli scacchi. 
Se il re può muoversi solo di una casella, 
la regina fa come cazzo gli pare. 


Rezart Doko è sicuramente il personaggio maschile più controllato della famiglia. Attraente, eccelso e potente, è anche il più gentile ed equilibrato tra i tre fratelli Doko. A trent'anni è costretto a vivere ancora con i suoi genitori perché la vita che suo padre conduce gli ha fatto pagare il prezzo più alto di tutti: non essere libero di poter scegliere cosa fare della propria vita in cambio di sicurezza e protezione. Benché fosse il primogenito della famiglia più potente dell'est Europa, la famiglia Doko aveva tanti amici quanti nemici e la loro vita era sempre appesa al filo del rasoio. Rezart ha avuto il mio cuore sin da subito, sin dal momento in cui Keleste è entrata in casa Doko e lui era lì a sistemarsi il colletto per un incontro d'affari. Non solo alla fine ho scoperto di aver fatto bene ma ogni capitolo in più mi ha permesso di innamorarmi perdutamente del suo personaggio. Forte, leale, affettuoso e determinato, Rezart sarà l'unico in grado di mantenere un rapporto civile, educato ed onesto con la famiglia Norik. Ho amato il fatto che non si facesse scrupoli nell'esprimere la profonda stima e il legame che lo unisce a Keleste e Klesia Norik.

Era così attraente, così seducente.
E come mia figlia, era la cosa più bella su cui i miei occhi si fossero mai posati.


Roel Doko ha una sua morale, una sua etica e un suo credo ma soprattutto una linea invalicabile: mai sporcarsi le mani con una Norik. Eppure, questo non ha mai impedito al suo cuore di desiderarne ardentemente una. Roel è stato sicuramente un personaggio che ho imparato ad amare durante il corso del libro. All'inizio ho faticato a farmelo piacere perché, come ama definirlo Keleste, è proprio un cog**one con la C maiuscola. Dietro la facciata da duro e un forte senso di lealtà per la sua famiglia, si nasconde un uomo che non ha mai saputo cosa sia l'amore, visto che la madre dei Doko è stata sempre propensa a preoccuparsi della stima che gli altri le riservavano piuttosto che pensare alla felicità dei suoi figli. Alla fine del libro, mi sono ritrovata a piangere con lui e per lui quindi questo la dice lunga su quanto sia profondo e complesso il suo personaggio. Roel si ritroverà a dover scendere a patti con ciò che prova, a dover mettere chiarezza e a dare un nome a ciò che sente.

«Cos’hanno fatto per meritare il nostro odio? Te lo sei mai chiesto? Abbiamo accettato di portare avanti una lotta che è nata prima di noi e della quale non conosciamo nemmeno le radici. [...] Ci odiamo perché questo ci è stato insegnato, le consideriamo inferiori perché questo ci è stato detto.»


Ramil Doko è la mina vagante della famiglia. Il più piccolo si è sempre divertito a mettersi in pericolo sapendo di aver sempre le spalle coperte dalla propria stirpe. Con la sicurezza di farla sempre franca, Ramil non ha mai compreso bene il significato della parola pericolo fino a quando non si è ritrovato una delle sue acerrime nemiche come giudice della propria condotta. Oltre ad essere il più impulsivo e irruento della famiglia, Ramil è anche colui che nutre un odio ben radicato per la casata Norik, essendo il figlio prediletto di Manjola, cresciuto e allevato secondo il suo più grande desiderio: sterminare per sempre la famiglia di Kendra. Ramil infatti sarà la pedina preferita di Manjola ed è per questo che lo odieremo fino alla fine. Le autrici hanno dato a lui il ruolo di capo espiatorio per distogliere l'attenzione dalla vera fonte di male. 

Mi sarei battuta per la mia famiglia.
Perchè così facevano le Norik.
Perché così facevano i Doko.


Per me era impensabile scrivere una recensione senza prima parlarvi degli otto personaggi che hanno costituito il perno centrale di tutto il libro. All'inizio ero sinceramente titubante per la scelta di dar voce a più personaggi attraverso i vari point of view ma le autrici mi hanno fatta ricredere durante la lettura. Il libro non è per nulla confusionario e la linea temporale viene rispettata anche durante il passaggio da un capitolo all'altro dove a parlare sono occhi, sentimenti e personalità diverse. Sono arrivata alla fine del libro con la voglia di poterne avere di più. Ci sono stati momenti in cui avrei voluto che ci fosse un maggiore approfondimento ma ho apprezzato molto la scelta audace di racchiudere tutto in un unico volume, nel quale viene dato spazio a tutti e gli eventi si susseguono in un misto di suspense e mistero. Mi sono ritrovata ad essere così presa dalla lettura che non mi sono accorta di aver fatto le cinque di mattina! Ho letto The Aristocrats in sei ore ed era da tantissimo tempo che non mi capitava che un libro mi catturasse così tanto da distogliere l'attenzione da tutto ciò che mi circonda. Inutile dire che il giorno dopo ad accompagnare il mio risveglio c'è stata la mia amica emicrania ma, come ho già avuto modo di dire alle autrici, ne è valsa la pena. Chi mi conosce sa bene quanto io sia ammaliata dal genere dark e dal mafia romance. Il gioco di potere tra le due casate, l'odio radicato, la lealtà verso la propria famiglia e la voglia di cedere ai sentimenti faranno da colonna portane di tutto il libro. La storia ha la forma di una matassa che è stata avvolta perfettamente: il lettore non dovrà fare altro che raccogliere il capo e iniziare a srotolare, cominciando così un viaggio indimenticabile. Sono davvero estasiata da questa lettura che mi ha completamente dissetata, lasciandomi soddisfatta e piena di voglia di leggere qualsiasi cosa queste autrici possano partorire in futuro. All'interno del libro troverete anche una bella dose di dirty talking e qualche scena spinta di sesso che potrebbe apparire irreale ma bisogna sempre tenere a mente che stiamo parlando di un libro e l'immaginazione fa da padrona. Una storia che parla di sei giovani ragazzi ai quali è stato insegnato di odiarsi l'un l'altro, dove il cognome che porti ha un valore inestimabile. Eppure cosa potrebbe succedere se di mezzo ci si mette l'amore?



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