Tutta colpa mia di Juno Dawson | Recensione


Buongiorno lettori!
Stamattina vi parlo di Tutta colpa mia di Juno Dawson, edito dalla Newton Compton Editori. Questo romanzo tratta tematiche delicate e mi ha sinceramente colpita!
Venite a scoprire perché!

Autrice: Juno Dawson 

Titolo: Tutta colpa mia

Casa editrice: Newton Compton Editori

Genere: Young Adult/ Contemporary

Trama: Quando si sveglia sul sedile posteriore di un'auto di lusso, Lexi non capisce cosa le sia successo. Mentre tenta di articolare qualche parola, riconosce la voce di suo fratello Nik. Le sta dicendo che va tutto bene, che presto starà meglio. Ed ecco che i primi ricordi della notte precedente cominciano ad affiorare. Il suo vestito da diecimila sterline, le luci, la festa, lo sballo... La sensazione di milioni di glitter iniettati nelle vene. E poi il buio. Quando la macchina si ferma, non ha bisogno di guardare fuori per capire dove l'ha portata Nik. Lexi pensava di aver toccato il fondo con la droga, ma si sbagliava. Il fondo è il Centro Clarity, una lussuosa clinica di riabilitazione. La terapia è durissima, medici e infermieri sono premurosi ma inflessibili: l'unica speranza di uscire dal tunnel è stringere amicizia con gli altri pazienti. E forse anche qualcosa di più... Perché non c'è danno che non si possa riparare e la droga più potente di tutte è l'amore.


Copia omaggio gentilmente fornita da Newton Compton Editori in cambio di una  recensione onesta

RECENSIONE

Qual è la cosa peggiore? Non aver mai avuto una cosa, o averla avuta e persa?

Avete presente le calamite? La trama di questa storia mi ha tirata a sé fin dal momento in cui ho posato gli occhi su essa, come se il mio istinto già percepisse che sarebbe stata quella lettura, quella di cui avevo bisogno.

𝕃𝕒 𝕘𝕖𝕟𝕥𝕖 𝕡𝕒𝕣𝕝𝕒 𝕕’𝕒𝕞𝕠𝕣𝕖 𝕚𝕟 𝕔𝕠𝕟𝕥𝕚𝕟𝕦𝕒𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖. 𝕊𝕖𝕞𝕡𝕝𝕚𝕔𝕖𝕞𝕖𝕟𝕥𝕖 𝕢𝕦𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕠𝕝𝕒 𝕖𝕤𝕔𝕖 𝕕𝕚 𝕓𝕠𝕔𝕔𝕒 𝕒 𝕠𝕘𝕟𝕚 𝕞𝕚𝕟𝕦𝕥𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕘𝕚𝕠𝕣𝕟𝕒𝕥𝕒: 𝕥𝕚 𝕒𝕞𝕠, 𝕒𝕞𝕠 𝕢𝕦𝕖𝕤𝕥𝕠 𝕙𝕒𝕞𝕓𝕦𝕣𝕘𝕖𝕣, 𝕒𝕞𝕠 𝕞𝕚𝕒 𝕞𝕒𝕞𝕞𝕒, 𝕒𝕞𝕠 𝕝𝕖 𝕞𝕚𝕖 𝕟𝕦𝕠𝕧𝕖 𝔹𝕒𝕝𝕖𝕟𝕔𝕚𝕒𝕘𝕒. 𝔸𝕞𝕠𝕣𝕖, 𝕒𝕞𝕠𝕣𝕖, 𝕒𝕞𝕠𝕣𝕖, 𝕠𝕘𝕟𝕚 𝕒𝕔𝕔𝕚𝕕𝕖𝕟𝕥𝕚 𝕕𝕚 𝕞𝕠𝕞𝕖𝕟𝕥𝕠, 𝕘𝕚𝕦𝕤𝕥𝕠?
ℙ𝕖𝕟𝕤𝕒𝕧𝕠 𝕕𝕚 𝕤𝕒𝕡𝕖𝕣𝕖 𝕔𝕠𝕤𝕒 𝕗𝕠𝕤𝕤𝕖 𝕝’𝕒𝕞𝕠𝕣𝕖. 𝔻𝕒 𝕡𝕚𝕔𝕔𝕠𝕝𝕒, 𝕒𝕧𝕖𝕧𝕠 𝕦𝕟 𝕞𝕖𝕣𝕒𝕧𝕚𝕘𝕝𝕚𝕠𝕤𝕠 𝕡𝕠𝕟𝕪 𝕒𝕧𝕖𝕝𝕚𝕘𝕟𝕖𝕤𝕖 𝕕𝕚 𝕟𝕠𝕞𝕖 ℙ𝕖𝕡𝕡𝕖𝕣 𝕖 𝕝𝕠 𝕒𝕞𝕒𝕧𝕠, 𝕝𝕠 𝕒𝕞𝕒𝕧𝕠 𝕕𝕒𝕧𝕧𝕖𝕣𝕠; 𝕚𝕝 𝕘𝕚𝕠𝕣𝕟𝕠 𝕚𝕟 𝕔𝕦𝕚 𝕝’𝕙𝕠 𝕣𝕚𝕔𝕖𝕧𝕦𝕥𝕠 𝕙𝕠 𝕤𝕖𝕟𝕥𝕚𝕥𝕠 𝕔𝕙𝕖 𝕞𝕚 𝕤𝕚 𝕒𝕝𝕝𝕒𝕣𝕘𝕒𝕧𝕒 𝕚𝕝 𝕔𝕦𝕠𝕣𝕖. 𝕄𝕒 𝕢𝕦𝕖𝕤𝕥𝕒 𝕖𝕣𝕒 𝕦𝕟’𝕒𝕝𝕥𝕣𝕒 𝕔𝕠𝕤𝕒. ℕ𝕠𝕟 𝕖𝕣𝕠 𝕡𝕣𝕠𝕟𝕥𝕒.

Lexi Volkov è una diciassettenne che si ritrova sul sedile posteriore di un'automobile in corsa, non sa chi sia a guidare e pensa di essere stata rapita. E' così che si apre il romanzo e scopriremo che, in realtà, non si tratta di un rapimento ma di suo fratello che, dopo averla vista con le labbra blu, quasi in overdose, la carica in auto e la porta al Clarity, un centro di riabilitazione per giovani ragazzi, situato su un'isola privata. Lexi è del tutto restia a questa decisione e insiste nel dire che non è affetta da nessuna dipendenza. Contro la sua volontà, non sono certa di poterla definire proprio così visto lo stato pietoso in cui versa, Lexi inizia questo percorso che dovrebbe durare circa settanta giorni. Giorni non facili, giorni in cui mille emozioni sembrano fare a gare fra loro e tutte concorrono per primeggiare.
Lexi conduce una vita agiata, ereditiera di una famosa catena di hotel - vive in uno di essi - di proprietà del padre, non sa cosa vuol dire la povertà e il non poter avere qualcosa. Tutto le è concesso, tutto le è dovuto. Nella maggior parte dei casi, ma non voglio fare di tutta l'erba un fascio, sappiamo che le persone ricche hanno anche vizi ed abitudini dispendiose; Lexi non fa eccezione. La sua vita è un miscuglio di popolarità sui social, vestiti griffati, scuola privata, amicizie con gente importante e festini in cui circolano stupefacenti di ogni tipo.
Sostanze con cui non si dovrebbe scherzare. Lo sanno bene anche gli altri ragazzi del Gruppo, con cui imparerà a rapportarsi nei due mesi successivi. Una combriccola così incasinata, tutti lì per dipendenze e malattie diverse, ma uniti dalle stesse paure. Paura di non riuscire a guarire, paura di ricaderci una volta fuori da quell'isola felice, paura di non essere abbastanza, paura di amare e di essere felici.

Ma un'esistenza fatta di condizionamenti,
può davvero essere definita vita?

«𝕃’𝕒𝕞𝕠𝕣𝕖 𝕗𝕒 𝕤𝕠𝕗𝕗𝕣𝕚𝕣𝕖». ℝ𝕚𝕡𝕖𝕟𝕤𝕠 𝕒 𝕞𝕒𝕞𝕞𝕒 𝕖 𝕡𝕒𝕡𝕒̀, 𝕖 𝕒 𝕔𝕠𝕞𝕖 𝕣𝕚𝕦𝕤𝕔𝕚𝕤𝕤𝕖𝕣𝕠 𝕒 𝕗𝕖𝕣𝕚𝕣𝕤𝕚 𝕖 𝕝𝕒𝕤𝕔𝕚𝕒𝕣𝕤𝕚 𝕔𝕚𝕔𝕒𝕥𝕣𝕚𝕔𝕚 𝕒 𝕧𝕚𝕔𝕖𝕟𝕕𝕒 𝕡𝕖𝕘𝕘𝕚𝕠 𝕕𝕚 𝕔𝕙𝕚𝕦𝕟𝕢𝕦𝕖 𝕒𝕝𝕥𝕣𝕠.
«ℕ𝕠, 𝕒 𝕢𝕦𝕖𝕤𝕥𝕠 𝕟𝕠𝕟 𝕔𝕚 𝕔𝕣𝕖𝕕𝕠. 𝕃’𝕒𝕞𝕠𝕣𝕖 𝕔𝕙𝕖 𝕧𝕒𝕝𝕖 𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕟𝕒 𝕡𝕣𝕠𝕧𝕒𝕣𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕗𝕒 𝕞𝕒𝕝𝕖, 𝕞𝕒𝕚».

Questo romanzo è stato un viaggio bellissimo ma, allo stesso tempo, difficilissimo. Mi sono presa parecchi giorni per finirlo perché è una storia che non va sottovalutata, una storia che va assimilata perché è in grado di donare tanto. Quindi, le ho dedicato il tempo che merita, il tempo di attecchire e di parlarmi. Sì, i libri sono oggetti inanimati ma sono capaci di comunicare più di quello che interi discorsi riusciranno mai a trasmettere.
Le tematiche affrontate in questa storia sono molto forti e attuali, molto più vicine a noi di quanto crediamo. Tutto può creare dipendenza, tutto può essere una droga quindi non parliamo solo di alcool o sostanze fumate o ingerite. Se c'è una cosa su cui questo romanzo fa luce è proprio quella di ammettere che si ha un problema ma, non solo, ci dev'essere anche la volontà di uscirne, di guarire. Non si può salvare chi non vuole essere salvato.
Mi è piaciuto come l'autrice ha incastrato il tutto, concentrandosi sul percorso personale di Lexi e donandole non solo il coraggio necessario ad affrontare la situazione di cui lei stessa è responsabile, ma offrendole anche la forza che è capace di far girare il mondo: l'amore.
Il personaggio di Brady è molto complesso. All'inizio, quando compare per le prime volte, mi è difficile affezionarmi a lui o riuscire a inquadrarlo ma poi, inevitabilmente e senza sapere come, mi sono ritrovata ad aspettare le scene che comprendessero anche lui.

𝕄𝕚 𝕒𝕔𝕔𝕒𝕣𝕖𝕫𝕫𝕒 𝕚 𝕔𝕒𝕡𝕖𝕝𝕝𝕚. «ℙ𝕖𝕟𝕤𝕠 𝕔𝕙𝕖… 𝕡𝕖𝕟𝕤𝕠 𝕕𝕚 𝕧𝕠𝕝𝕖𝕣𝕥𝕚 𝕒𝕞𝕒𝕣𝕖, 𝕃𝕖𝕩𝕚. 𝕄𝕒 𝕟𝕠𝕟 𝕡𝕠𝕤𝕤𝕠 𝕤𝕖𝕞𝕡𝕝𝕚𝕔𝕖𝕞𝕖𝕟𝕥𝕖 𝕒𝕞𝕒𝕣𝕥𝕚 𝕤𝕖𝕟𝕫𝕒 𝕕𝕚𝕤𝕥𝕣𝕦𝕘𝕘𝕖𝕣𝕞𝕚. 𝕆 𝕡𝕖𝕘𝕘𝕚𝕠, 𝕕𝕚𝕤𝕥𝕣𝕦𝕘𝕘𝕖𝕣𝕖 𝕥𝕖. 𝕊𝕠𝕟𝕠 𝕥𝕠𝕤𝕤𝕚𝕔𝕠. ℕ𝕠𝕟 𝕡𝕠𝕤𝕤𝕠 𝕡𝕚𝕦̀ 𝕗𝕒𝕣 𝕞𝕒𝕝𝕖 𝕒 𝕟𝕖𝕤𝕤𝕦𝕟 𝕒𝕝𝕥𝕣𝕠. ℕ𝕠𝕟 𝕧𝕠𝕘𝕝𝕚𝕠 𝕗𝕒𝕣 𝕤𝕠𝕗𝕗𝕣𝕚𝕣𝕖 𝕡𝕚𝕦̀ 𝕟𝕖𝕤𝕤𝕦𝕟𝕠. 𝕃𝕖 𝕡𝕖𝕣𝕤𝕠𝕟𝕖 𝕔𝕙𝕖 𝕞𝕚 𝕤𝕠𝕟𝕠 𝕧𝕚𝕔𝕚𝕟𝕖 𝕤𝕠𝕟𝕠 𝕢𝕦𝕖𝕝𝕝𝕖 𝕔𝕙𝕖 𝕤𝕠𝕗𝕗𝕣𝕠𝕟𝕠 𝕕𝕚 𝕡𝕚𝕦̀».

Sono felice di aver letto questa storia, felice che sia stata lei, in qualche modo, ad attrarmi nella sua fitta ragnatela come fossi un piccolo insetto, e lasciatemelo dire, sono proprio contenta di avere questa dipendenza dai libri, perché se non l'avessi, non avrei mai letto storie così profonde che lasciano emozioni così belle nel cuore.
Vi lascio con una frase che io ho appuntato su un post-it e attaccato dove mi è sempre possibile vederla:

𝕄𝕖𝕣𝕚𝕥𝕚 𝕒𝕟𝕔𝕠𝕣𝕒 𝕕𝕚 𝕤𝕥𝕒𝕣𝕖 𝕓𝕖𝕟𝕖, 𝕞𝕖𝕣𝕚𝕥𝕚 𝕕𝕚 𝕖𝕤𝕤𝕖𝕣𝕖 𝕗𝕖𝕝𝕚𝕔𝕖.

Nessun commento